Guido Barilla lo ha ripetuto negli ultimi nove anni in tutte le occasioni. Sarà che l’impegno di un’azienda che nel mondo è emblema di un settore e di un Paese che vuole “esportare” anche valore aggiunto vuole farsi concreto: è un impegno per il Pianeta, per la cura dei prossimi anni, per la tutela del creato. Così ebbe a dire proprio un anno fa Guido Barilla quando si trattò di aprire la nona edizione del Forum internazionale su alimentazione e nutrizione che si tenne a novembre del 2018.
Un anno dopo, alla decima edizione, l’impegno è ancora più forte a partire dal claim della decima edizione. “Un nuovo patto. A basso impatto”. Una rima “baciata” per esprimere, con tutta l’armonia di cui si può pensare, un impegno ardito. Dacché davvero in pochi sanno che produrre cibo, portare avanti la produzione agroalimentare nel mondo significa produrre anche, per ben il 24%, emissioni di gas serra. Il dato è più alto persino delle emissioni determinate dal riscaldamento che si attesta al 21%. Anche l’emissione dei trasporti nel mondo crea meno gas serra e si attesta al 14%. Una considerazione che non può sfuggire a tutti coloro (aziende, chef, produttori, istituzioni) che operano nel mondo del food affinché si renda necessario un cambiamento e la determinazione di nuove regole per trasformare alla radicalmente la filiera alimentare: tutti i grandi player internazionali possono e devono fare di più.
Nel frattempo, per lo stesso motivo, a Milano, grazie all’impegno preso in questi anni e direttamente da Barilla, un gruppo di scienziati e di esperti sta elaborando nuove strade e regole a cui affidare la riduzione dell’impatto che la produzione di cibo ha sul clima affinché passi più virtuosi e più concreti entrino a far parte della filiera alimentare nel mondo per vocarla al bene più prezioso: il clima. Se oggi sfamare inquina più del riscaldamento e dei trasporti occorre un modo per invertire un processo. Di cibo muore l’ambiente anche quando una enorme quantità di prodotti vengono buttati ovunque nel mondo opulento e in Italia il valore di ciò che buttiamo ammonta a quasi l’un per cento del Pil nazionale. Tutti coloro che nel corso degli ultimi anni sono intervenuti con i loro preziosi contributi alle sessioni del Forum internazionale hanno detto cose fondamentali e cruciali, proposto analisi, il risultato dei loro studi. Eccone qualche esempio.
Quest’anno, il 3 dicembre, a Milano, presso The Mall, ci sarà, quindi, il decimo appuntamento del Forum internazionale su alimentazione e nutrizione. Tra i relatori Donatella Bianchi, Hilal Elver, Sonia Massari, Ido Verhagen, Ben Valk, Andrea Alemanno, Ertharin Cousin, Vanessa Hauc, Charlotte Ersboll, Angelo Riccaboni, Riccardo Valentini, Marta Antonelli, Stefano Mancuso, Ilaria Capua, Gautam N. Yadama, Paul Nevnham, Jeremy Oppenheim, Paul Winters, Dali Nolasco, Jessica Fanzo e altri nomi che potranno contribuire a proporre punti di vista e risultati necessari a scrivere nuove regole per cambiare le abitudini di chi produce e/o consuma alimenti.
Si tratta di una “rivoluzione” da cui nessuno può dirsi fuori, nemmeno i singoli cittadini e i loro/nostri comportamenti. Si tratta di non buttare più enormi quantità di cibo per non far arrivare, come ora, ogni anno, in pattumiera, come dicono dati affidabili, ben il 30% dei cereali prodotti, il 35% del pesce pescato, il 45% di frutta e verdura coltivate, il 20% di prodotti lattiero-caseari e di carne. Di contro, non abbiamo ancora sconfitto le dinamiche che determinano nel mondo la miseria, l’assenza di cibo per tante persone. Si calcola che 821 milioni di individui che nel mondo non hanno da mangiare. Il Forum vuole dare, come dal suo sorgere, un contributo sostanziale al raggiungimento degli accordi di Parigi e dell’agenda Onu per il 2030 e, va dato atto, è un impegno pensato ed organizzato dalla Fondazione Barilla che da dieci anni sta cercando d’incidere sui sistemi di produzione della filiera alimentare mondiale. Con Barilla ci sono Sustainable Development Solutions Network, la Columbia Center on Sustainable Investment e Santa Chiara Lab – Università di Siena. La Fondazione Barilla ha prodotto uno studio dal titolo “Fixing the Business of Food: The Food Industry and the SDG Challenge”, che ha fatto il suo “esordio” a New York durante i lavori della 74° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e che sarà presentato nel dettaglio a Milano.
A Milano quest’anno sono i progetti sono esposti nei locali di The Mall. Potrete vedere il Su-Eatable Life, realizzato da Fondazione Barilla insieme a Sustainable Restaurant Association , Green Apes e Wageninen University, con centinaia di pietanze definite “sostenibili” e proposte nelle mense universitarie e aziendali d’Italia e del Regno Unito. Il risultato arriva da una piattaforma digitale grazia alla quale sono stati coinvolti attivamente centinaia di cittadini, tra essi quelli più giovani sostenitori di Greta Thumberg, che stanno agendo per determinare un’alimentazione sana e soprattutto in armonia con il clima ed il Pianeta. grandichef.com sostiene l’impegno della Fondazione Barilla ed i lavori del 10° Forum internazionale su alimentazione e nutrizione.
Sarà presentato in occasione del 10° Forum anche lo studio “Lo stato dei sistemi alimentari in Italia”, fondato sulle evidenze del Food Sustainability Index , un indice realizzato da Fondazione Barilla con The Economist Intelligence Unit grazie al quale si è potuto analizzare la sostenibilità di ben 67 sistemi alimentari in altrettanti 67 Paesi. Chiunque abbia possibilità di partecipare al 10° Forum ci si può registrare al sito www.barillacfn.com. Si potrà assistere anche live al Forum sul sito della Fondazione, sul canale Youtube e su Twitter seguendo l’hashtag #BCFNforum o l’account ufficiale @BarillaCFN.