di francesco de rosa |
Siamo rimasti come mai prima. Tavoli vuoti, ristoranti chiusi. Il nostro viaggio lungo lo stivale si era dovuto fermare dopo i primi cinque eventi in cinque luoghi d’Italia della serie “i cibi raccontano”. Poi il primo lockdown, l’estate di mezzo, la seconda ed inattesa ondata. Il 2020 che è arrivato al suo termine è trascorso così come nessuno mai poteva immaginare. Sicché, anche a nome di tanti altri chef stellati, Massimo Bottura si era persino chiesto – scrivendo al governo italiano – “ma noi chi siamo?”. E aveva risposto comunque con la sua profetica ed entusiastica visione. “Io credo che oggi un ristorante, in Italia, valga una bottega rinascimentale: facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo il motore del turismo gastronomico, facciamo formazione, ed ora abbiamo dato inizio ad una rivoluzione culinaria “umanistica” che coinvolge il sociale. L’ospitalità e la ristorazione, l’arte e l’architettura, il design e la luce sono gli assi portanti della nostra identità”.
In mezzo ad un corto circuito dove tutto era sembrato buio, la ristorazione italiana, i grandi chef, i ristoranti più noti, le osterie rinomate, i migliori luoghi delle tradizioni enogastronomiche nostrane e, persino, i produttori della migliore qualità avrebbero dovuto pagare, in mezzo a questa pandemia da Covid, il prezzo più alto. E così è stato. Un prezzo pagato da tanti per ridurre in condizione davvero critiche un mondo immenso quale è quello della ricettività e dell’accoglienza in Italia che segna grandi numeri. Qualcuno ha chiuso per sempre. Qualcuno ha resistito. Altri si sono reinventati con delivery, la ristorazione a casa ma il cuore è stato colpito. Resta, in capo a tutto, la grande speranza che il vaccino già in circolazione possa portarci un 2021 del tutto diverso.
Il cibo, che è soprattutto narrazione, convivialità, benessere, il piacere di ritrovarsi a tavola, il racconto delle migliori produzioni e delle più cucine più belle d’Italia, si è dovuto fermare davanti ai dettami del Covid che ha ci ha tenuto tutti lontano, tutti obbligati ad distanziamento mai vissuto prima. Così, in nome di una resilienza appresa sul campo, il mondo della ristorazione e del gusto italiano ha imparato, a proprie spese, a sopravvivere. E noi, come tutti gli altri, fermi al racconto di ciò che di bello era già successo prima del Covid a Conversano, a Grinzane, a Trieste, in Campania, nel Lazio, in Calabria, in Sicilia, in Toscana.
In queste ore si volta pagina aiutati anche dal pensiero silente che il vaccino, già in circolazione, arriverà a tutti e metterà tutti al sicuro. Al nuovo anno null’altro si chiede se non il ritorno ad una normalità dentro la quale tutte le stelle della cucina italiana potevano e potranno brillare come poche altre al mondo. Non c’è un solo posto della penisola dove attorno a produzioni IGP, DOP ed ad altri disciplinari di produzione non si muovono piccoli locali, agriturismi, osterie tipiche, ristoranti gourmet, cucine stellate e riconosciute dove l’incontro tra chi produce e chi cucina diventa mirabile, un perfetto connubio. In quanti hotel prestigiosi decine di persone, brigate e sous chef e chef stellati che non si contano a memoria. Noi vogliamo ripartire da qui. Basterà un solo istante, un minimo cenno di svolta per rianimare tutti il mondo della ristorazione italiana. Un passo che faremo all’unisono: i piccoli centri urbani assieme alle grandi città, i borghi assieme ai quartiere di periferia, i produttori assieme ai cuochi migliori, le scuole alberghiere assieme alle imprese di distribuzione e di vendita, i viticultori assieme ai tanti organizzatori delle fiere, degli appuntamenti e degli eventi italiani dove ora il vino, i formaggi, gli ortaggi, ora le farine, il cioccolato, i formaggi o tanto altro trovano trionfi, condivisioni e riconoscimenti. Noi confidiamo che il 2021 possa essere esattamente così. L’anno del rinascimento per tutti i ristoranti, i piccoli o grandi produttori, i cuochi, gli chef. E sarà tanto più prezioso quel ritorno alla normalità perduta per tutto il 2020 che saremo capaci di fare molto meglio rispetto a quanto potevamo fare prima che tutta questa assurda esperienza potesse accadere.
Sicché i nostri auguri vadano copiosi per uno splendido nuovo anno al gruppo degli chef stellati che sono in grandichef.com e ad altri che vorranno aderire. Gli auguri ai piccoli ristoranti di qualità gourmet, a quelli tipici, alle osterie di ogni dove. Gli auguri al gruppo dei fornitori eccellenti che sono su grandichef.com e a quanti vorranno entrarci. Gli auguri a chi è stato messo in seria difficoltà da questa pandemia affinché il 2021 possa essere l’anno del rinascimento. Noi saremo pronti, come e più di prima, a raccontarvi con passione ed entusiasmo arrivando da voi con i nostri eventi e le tante altre occasioni di connubio.